Quel giorno non potevo sapere che mi sarei ammalata soltanto qualche ora dopo. Che mi avrebbero trovato i polmoni saturi di terra rossa. Che avrei avuto un infezione virale e che avrei sfiorato perfino la morte in un ospedale sperduto del Burkina Faso. Da quel momento, confesso che ogni tanto mi indebolisco e la paura bussa alla mia mente chiedendomi: “ma ne vale davvero la pena, Sefora? Tutte le tue buone opere non ammonteranno mai a qualcosa di più di una singola goccia in un oceano sconfinato, agli occhi dei più sei soltanto una folle visionaria che tenta di svuotare il mare con il secchio!”!.
Rispondo a me stessa che è tutto vero. Ma poi mi ricordo anche che ho dedicato la mia vita ai dimenticati di questa Terra non per cambiare il mondo, ma per cambiare me. Per assomigliare un pochino di più a Cristo, mio Maestro.E se divento un pochino come lui, allora si, forse ho davvero cambiato il mondo.
– Sefora